L’oro: un metallo che fin dai tempi antichi ha attratto e affascinato l’essere umano.
Viene usato per abbellire le persone, i palazzi, gli oggetti, e il suo fascino non conosce confini, né limiti di tempo.
Piaceva all’epoca degli egizi e dei romani, piaceva alle nonne del secolo scorso che, nel regalare oggetti d’oro, esprimevano tutto l’affetto e il buon augurio alle persone care. Piace ai giovani, che lo usano in moderne lavorazioni per esprimere il sentimento quand’è davvero sincero.
Non solo: l’oro è simbolo di potere, di ricchezza, di lusso e di benessere, riferito ai singoli, ma anche e soprattutto alle nazioni e ai popoli.
La ricerca di questo metallo, giallo e duttile, ha dato spunto a racconti e storie di vita che hanno stimolato la fantasia di scrittori e registi.
L’oro si può trovare in pepite o grani nelle rocce, o in pagliuzze nei depositi alluvionali. In effetti, il metallo è distribuito su tutta la crosta terrestre, ma è conveniente estrarlo laddove, per diversi motivi, si è accumulato in maniera maggiore.
I filoni d’oro più interessanti si trovano, oltre che nei depositi alluvionali, dove l’oro viene trascinato in seguito alle erosioni causate dagli agenti atmosferici, nelle rocce metamorfiche e nelle rocce ignee. Qui si accumula in percentuali più interessanti, per un processo di metamorfismo, e diventa conveniente estrarlo.
Ricavare oro dalle rocce, in miniere chiuse o a cielo aperto, è un procedimento complesso e costoso; bisogna smuovere grandi quantità di terreno, impiegare energia per trattare le rocce e prodotti chimici per estrarre il prezioso metallo.
I giacimenti auriferi più importanti si trovano in Sud Africa, Cina, Stati Uniti (soprattutto Dakota e Nevada), Russia, Perù e Australia. Purtroppo, però, l’estrazione dell’oro non è un processo amico del territorio; i paesaggi vengono sconvolti dallo spostamento di grandi quantità di terreno, per non parlare delle esplosioni alle quali si ricorre per frantumare le rocce. Inoltre, per separare il prezioso metallo dalle rocce nelle quali è presente, si utilizzano prodotti potenzialmente pericolosi, quali il mercurio e il cianuro.
Senza entrare nel dettaglio del processo che questi elementi svolgono per estrarre e purificare l’oro, è importante sapere che data la loro alta tossicità, servono ingenti somme di denaro per gestire queste operazioni, senza compromettere la salute dell’uomo e dell’ambiente.
Il problema è di così rilevante entità che i governi si sono posti come obiettivo quello di cercare di evitare il più possibile danni all’ecosistema. Si è quindi cominciato a parlare di “oro etico”, ovvero oro estratto con metodi rispettosi dell’ecosistema, ma anche attenti alle condizioni delle popolazioni che vivono nelle vicinanze delle zone di estrazione.
L’oro etico deve essere ricavato senza l’uso di esplosivi e senza l’impiego di prodotti pericolosi; si parla di sostenibilità ambientale e di responsabilità sociale. La prima prevede che siano evitati nella fase estrattiva tutti gli agenti chimici nemici dell’ambiente; questo comporta un’estrazione fatta prevalentemente dai depositi alluvionali. Per responsabilità sociale si intende invece che siano previsti aiuti e attenzioni sia per coloro che lavorano alle estrazioni, che per le popolazioni che vivono nelle zone in questione. In pratica si traduce con il rispetto delle varie tradizioni etniche, con opere strutturali, assistenza medica, istruzione e formazione.
E’ un passo avanti nella corretta gestione di questa attività antica eppure ancora valida, ma è anche una riflessione che si impone.
L’oro totale estratto finora dalla superficie terrestre si aggira circa sulle 140mila tonnellate, distribuito in varie forme e concentrazioni.
Una parte di questo oro giace inerte nei cassetti delle case dei cittadini che, perché rotto, spaiato, non più attuale nella forma e nella lavorazione, lo dimenticano e non lo considerano.
Negli ultimi decenni, accanto alla tradizionali gioiellerie, sono sorte diverse attività di compro oro. Anche se spesso vengono guardate con sospetto, queste attività, quando sono in regola e gestire da bravi professionisti, rappresentano una valida alternativa alla gioielleria, quando si vuole vendere l’oro non più utilizzato.
Un negozio di compro oro è regolamentato da precise leggi e si occupa della compra – vendita di oro usato. L’oro acquistato viene poi consegnato ad apposite raffinerie, che provvedono a fonderlo e a creare nuovi lingotti di oro puro.
Questo comporta una risposta alla richiesta di oro e, di conseguenza, una minore necessità di estrarre in natura il metallo. Come abbiamo visto, meno oro si cerca di estrarre dai filoni, più si salvaguarda l’ambiente. Riciclare l’oro dimenticato serve a poter disporre del metallo e far fronte alle richieste in modo semplice ed ecologico.
Vendere il proprio oro, non importa quanto vecchio o rotto, è più semplice di quel che si potrebbe pensare. Basta seguire pochissimi semplici accorgimenti. Innanzitutto pesare a casa l’oro, in modo da avere un’idea, anche se non proprio esatta al milligrammo, di quanto si dispone. Poi basta accedere ad un qualsiasi sito online per conoscere l’attuale quotazione al grammo. Volendo, su alcuni siti, si può anche bloccare il prezzo, se appare conveniente.
Infine ci si reca in negozio, meglio se più d’uno, muniti di carta d’identità.
Qui si ascolta la proposta di acquisto che fa il titolare e se si è d’accordo si esce con i soldi, o con un assegno.
Vale la pena di pensarci, non solo per utilizzare risorse che abbandonate nei cassetti non servono a nessuno, ma anche per aiutare questa Terra già tanto sfruttata.