Si è parlato molto in questi ultimi anni del mercato dei metalli preziosi usati: sospinto dall’incremento delle quotazioni dell’oro fisico sui mercati, anche l’oro usato ha conosciuto una rinnovata fama, arrivando a coinvolgere a vario titolo migliaia di italiani.
Si calcola che nel 2013 quasi il 30% di nostri connazionali abbia deciso di svuotare i cassetti e i portagioie e disfarsi di monili e oggetti in oro e argento che giacevano inutilizzati,ricavandone denaro contante da impiegare nei modi più disparati.
Non è solo la necessità impellente di liquidità ad attirare i clienti. Chi decide di rivendere il proprio oro usato lo fa per i più diversi motivi: per rinnovare il proprio assortimento, per liberarsi di ricordi sgradevoli, per ricavare il necessario per togliersi qualche sfizio senza incidere sul budget familiare.
A conferma della fortuna del settore, basta dare uno sguardo alle nostre città, che si sono velocemente popolate di negozi dedicati allo scambio di oro e argento usati: i compro oro.
Si tratta, come molti ricorderanno, di una realtà imprenditoriale affatto nuova: già in passato erano molto diffusi, anche se il loro aspetto esteriore e le voci che circolavano sul loro conto, li annegavano in un pregiudizio collettivo che li voleva implicati in affari poco chiari.
Colpiti dalla cattiva fama, i rivenditori di metalli preziosi usati, avevano dovuto cedere il passo, ed erano finiti nell’oblio, lasciando dietro di sé solo un pallido ricordo.
Verso la fine del 2011, l’inversione di tendenza: sulla scena intervengono i grandi brand nazionali ed internazionali e la compravendita di preziosi usati diventa il nuovo business dell’oro, esercitato in ambienti lussuosi e allettanti, a condizioni vantaggiosi e con guadagni reali, facili e assolutamente legali.
L’attività di questi negozi consiste principalmente nella tradizionale commercializzazione di oggetti lavorati in oro o argento, che vengono acquistati dai privati e rivenduti a grossisti, commercianti o società di fusione.
Accanto ad essa si sono tuttavia sviluppati un gran numero di servizi accessori, che hanno giustificato la rinnovata fortuna del settore.
Coloro che decidono di aprire un punto vendita infatti, non sono dei singoli sprovveduti, ma degli imprenditori che colgono una grande opportunità, affiliandosi a brand di comprovata fama.
Con la formula del franchising basta un investimento iniziale di poche migliaia di euro (in media 2.500), e il locale adatto (per posizione e attributi) e immediatamente si riceve l’assistenza completa della casa madre, che cura con efficiente attenzione, sia l’allestimento e il compimento delle pratiche burocratiche, che la formazione del personale.
All’apertura, il negoziante è cioè in grado di assistere compiutamente i propri clienti ed offrire loro la competenza e la convenienza che meritano.
Non solo compravendita di usato dicevamo. In effetti negli ultimi anni, sono stati perfezionati i servizi collaterali di rivendita e di valutazione.
Il primo riguarda i gioielli e i monili che non sono inviati a fusione, ma che vengono recuperati attraverso un intensivo processo di ricondizionamento e rimessi sul mercato in condizioni pari al nuovo, ma con prezzi decisamente inferiori, anche del 70 – 80% sui listini ufficiali.
Le rivendite di gioielli ricondizionati hanno già attirato migliaia di acquirenti e promettono di bissare il successo nei prossimi anni, grazie alla cassa di risonanza costituita dalla rete, che permette a chiunque, ovunque si trovi, di sfogliare comodamente da casa questi straordinari cataloghi.
Internet gioca un ruolo fondamentale anche con riferimento ai servizi di consulenza. Ogni brand usufruisce oggi di un sito aziendale, gestito a livello centrale dalla casa madre, attraverso il quale è possibile, in pochi passaggi, ottenere una valutazione del proprio usato.
E’ sufficiente indicare in una maschera di calcolo automatica il peso del monile che si intende rivendere al netto di eventuali pietre preziose e selezionare la caratura.
Il sistema restituisce in tempo reale il valore del bene, calcolato sulla base della quotazione dell’oro puro (24 kt) sui mercati, alla quale viene applicato uno spread più o meno elevato.
La movimentazione di grandi quantità di preziosi, consente in genere di fornire ai propri clienti dei prezzi davvero vantaggiosi, che per il singolo esercente trovano giustificazione nei rapporti con il franchisor, i cui accordi assicurano a fine mese il riacquisto di tutto il materiale reperito dai privati.
Un rischio di impresa molto limitato quindi, che si ripercuote positivamente sul livello di servizio offerto, come potrà verificare chiunque decida di vendere o acquistare oro usato.
Sebbene molte attività possano essere effettuate via web, resta ancora indispensabile la frequentazione del negozio fisico.
Innanzitutto per concludere legalmente la cessione dell’usato: la legge impone una verifica visiva e diretta dei documenti di identità del cedente ed è quindi impossibile procedere online.
In secondo luogo, recandosi da un esercente professionale, diventa possibile ottenere una compiuta valutazione di monili, oro, argento e pietre preziose, senza alcun obbligo di vendita o acquisto, con la tranquillità che solo la professionalità e l’amore per un lavoro ben fatto sanno dare.