Durante i secoli sono sempre state coniate monete d’oro. Al giorno d’oggi alcuni esemplari con caratteristiche particolari sono assimilate all’oro da investimento, cioè sono esenti da Iva: è necessario che i pezzi abbiano una purezza minima di 900 millesimi, abbiano avuto corso legale nel Paese in cui sono stati coniati oppure che ce l’abbiano ancora. Inoltre le monete devono essere state coniate dopo il 1800 ed essere comprese nell’apposito elenco stilato dalla Commissione della Comunità europea. Si tratta di ottimi beni rifugio, tutelati rispetto all’inflazione, non congelabili come accade con i beni cartacei, non influenzabili direttamente dalle politiche economiche dei vari Stati e dotati di un’alta liquidità. Al tempo stesso sono ottimi “diversificatori” dal punto di vista degli investimenti, perché hanno una correlazione davvero limitata con l’andamento delle obbligazioni e delle azioni borsistiche.
La valutazione di queste monete è legato sia al loro apprezzamento che dal loro valore intrinseco: tra gli esemplari maggiormente valutati c’è la sterlina inglese d’oro, il cui nome in origine era Gold Sovereign, cioè Sovrana d’Oro. Questo fatto è dovuto all’effige dei vari sovrani inglesi impressi sulla faccia delle monete. Si tratta di uno dei migliori modi per investire in maniera sicura e conveniente in oro fisico. La sterlina inglese è stata emessa per la prima volta nel 1489 in Inghilterra per ordine del primo re della dinastia Tudor, Enrico VII nel lontano 1489. Rappresentava il re assiso sul trono sulla facciata anteriore, mentre sul retro era impresso lo stemma reale, cioè la rosa Tudor. All’epoca queste monete erano coniate con oro al 96% (metallo 23 carati) e avevano un peso di mezza oncia, pari a 240 grani oppure a 15,6 grammi. Successivamente il figlio, il famoso Enrico VIII, ordinò che le sovrane fossero coniate in oro al 92%, cioè in metallo 22 carati: da allora questo valore divenne il crown gold, lo standard di riferimento per tutte le monete d’oro sia all’interno del Regno Unito che nel territorio degli Stati Uniti.
Nel corso degli anni il peso della sovrana venne ripetutamente abbassato e nel 1604 fu interrotta la coniazione di queste monete, sostituite dalle Unite e poi dalle famose Ghinee. Nel 1816 la legge del Great Recoinage sancì il ritorno delle sterline inglesi d’oro, ma pose il limite di 113 grani come quantità massima di metallo pregiato contenuto (7,3224 grammi). La prima versione fu coniata nel 1817 e le monete presentavano sul retro l’immagine di San Giorgio che uccide il drago; l’incisione fu opera di Benedetto Pistrucci. Successivamente, con le sovrane Guglielmo IV, Giorgio V, Vittoria ed Elisabetta II, furono adattati altri rovesci. In quegli anni, assieme alle sterline d’oro furono coniate anche le doppie sovrane (esemplari da 2 sterline), le mezze sovrane (da 10 shilling) e le quintuple sovrane da 5 sterline; tuttavia sole le mezze sovrane e le sterline vere e proprie circolavano normalmente. Oltre alla sovrana, la Royal Mint coniò anche la moneta da 10 shilling (mezza sovrana), quella da 2 sterline (doppia sovrana) e quelle da 5 sterline (quintupla sovrana). Solo la sovrana e la mezza sovrana erano normalmente coniate per la circolazione. Infatti le altre monete avevano una produzione decisamente più limitata in modo da contrastare fenomeni di tosatura dei pezzi: falsari e ladri tendevano a limare il bordo degli esemplari per ottenere polvere d’oro. In alternativa si usava praticare dei fori microscopici da nascondere alla vista attraverso la martellatura oppure intervenire chimicamente. In ogni caso per i malviventi era più facile ottenere l’oro in maniera fraudolenta dalle monete più grandi con minori rischi di essere scoperti.
Durante l’età vittoriana la Banca d’Inghilterra decise di ritirare a intervalli ripetuti nel tempo le sovrane e le mezze sovrane rovinate: in questo modo i pezzi usurati venivano fusi per il conio di altre emissioni. In genere una moneta poteva circolare per circa 15 anni prima che l’usura provocasse alterazioni di peso tali da far scendere il valore sotto il valore legale dell’esemplare. Nel 1891, inoltre, si decise di dichiarare fuori corso tutte le monete coniate prima del 1837. Fino alla Prima Guerra Mondiale le sterline furono emesse in grandi quantità, tuttavia nel 1918 il Regno Unito uscì dal gold standard: questa decisione ebbe come conseguenza il fatto che solo le sedi di Melbourne, Perth, Pretoria, Sydney, Ottawa e Bombay poterono battere regolarmente le sterline in oro. Nel 1932 la produzione venne interrotta per evitare che circolassero monete contraffatte, dato il notevole valore di questi pezzi. L’emissione delle sovrane riprese nel 1957.
Fino al 1982 la sterlina è stata considerata come una moneta-lingotto e veniva ampiamente utilizzata per sostenere nel Medio Oriente la politica estera del Regno Unito. Di conseguenza era ritenuto basilare che le sovrane continuassero a mantenere i loro alti standard. Dal 1982 al 1999 sono stati battuti soltanto esemplari con il fondo a specchio, tuttavia dall’anno successivo è ripresa l’emissione regolare. Al giorno d’oggio le procedure di conio avvengono in Galles, per la precisione a Pontyclun, nella Royal Mint, la Zecca Reale inglese, di Mid-Glamorgan. Il metallo usato viene custodito in una zona separata della zecca; a sua volta la protezione dell’edificio è affidata alla polizia del Ministero della Difesa.
La sterlina d’oro ha l’aspetto di una piccola moneta del peso di 7,9881 grammi e dallo spessore di 1,52 mm; il diametro è di 22,05 mm, mentre il metallo usato è di 22 carati. Queste monete si caratterizzano per l’estrema cura per i dettagli, in quanto si tratta di esemplari ben valutati. La quotazione dipende sia dalla quantità di metallo pregiato contenuta che dalla domanda degli investitori. Da un lato si deve valutare la quotazione attuale dell’oro e dall’altro quanto è apprezzata la sterlina: di conseguenza il valore delle sterline d’oro aumenta quando il prezzo del metallo aureo sale ed è questo il momento in cui diventa conveniente vendere i propri pezzi per ottenere un buon guadagno. Quando si investe in oro fisico sotto forma di monete bisogna tenere a mente che il valore delle monete non è numismatico: questo aspetto viene valutato soltanto quando si ha a che fare con gli esemplari da collezionismo. Al tempo stesso si sottolinea il fatto che esistono soltanto pochissime sterline dal valore numismatico, proprio per la decisione della Banca d’Inghilterra di ritirare progressivamente le sovrane d’oro coniate nei decenni precedenti.
Per determinare il prezzo di una sterlina bisogna considerare il fixing, stabilito due volte al giorno dalla London Bullion Market Association e applicato a tutti i mercati aurei. In secondo luogo si distingue tra esemplari di nuovo conio oppure di vecchio conio: nel primo caso riproducono come effige l’immagine di Elisabetta II. Nel secondo le monete sono state emesse prima del 1957 e possono avere sulla facciata re Giorgio V, Edoardo VII oppure la regina Vittoria. Molto importante è anche lo stato di conservazione della moneta: infatti graffi e ammaccature possono diminuire la quantità di metallo pregiato contenuta e quindi far scendere il valore dell’esemplare. Durante le transazioni commerciali si impiega una scala che va da FDC(fior di conio) a B (bello) per descrivere l’aspetto dei pezzi da valutare.
Tra le sterline d’oro assimilate all’oro da investimento più rare si trovano le Guglielmo IV e le Vittoria: infatti sono state emesse rispettivamente dal 1830 al 1837 e dal 1837 al 1901. Durante il regno della regina Vittoria furono emanate diverse versioni: ad esempio il retro poteva adottare lo stemma reale nei primi anni e San Giorgio dal 1871; invece sulla facciata era riprodotto a partire dal 1887 il busto della regina coronata e dal 1893 quello della regina velata. Le monete del regno di Edoardo VII furono emesse fino al 1910 e riproducono anch’esse la testa del sovrano sulla facciata e San Giorgio sul retro; invece le sterline Giorgio V hanno la testa del re sul diritto per i pezzi coniati dal 1910 al 1928 e un’immagine più piccola sempre sulla facciata a partire dal 1928 fino al 1936. Mentre non esistono monete d’oro Giorgio V, sono state emesse numerose versioni di sovrane durante il lungo regno di Elisabetta II: le prime emissioni vedono la testa con fiocco sul diritto della moneta sostituita dal 1974 da una sua testa giovane coronata. Dal 1985 sono apparsi pezzi che riproducono sulla facciata l’immagine coronata dell’anziana sovrana.
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