L’oro da investimento è considerato il bene rifugio per eccellenza: infatti la sua quotazione è unica in tutto il mondo e, a differenza di valuta, obbligazioni e azioni borsistiche, non perde il proprio valore nemmeno durante le peggiori crisi finanziarie, economiche o politiche. Al contrario l’oro viene maggiormente apprezzato durante i periodi di instabilità proprio per le sue caratteristiche. Infatti in questi momenti gli investitori preferiscono rivolgersi ai beni rifugio piuttosto che alle classiche forme di investimento, che invece sono molto più esposte a crac improvvisi e perdite di valore. La quotazione oro viene determinata dal London Billion Market due volte al giorno confrontando il rapporto tra domanda e offerta e la situazione geopolitica, valutaria e finanziaria mondiale. Quindi la valutazione della Borsa di Londra viene applicata in tempo reale a tutti i mercati che trattano oro sotto qualsiasi forma.
Bisogna tenere a mente che il valore del metallo aureo ha uno stretto rapporto con quello del dollaro in quanto la quotazione è espressa in questa valuta. Tuttavia ogni Paese converte poi la valutazione nella propria moneta nazionale: ad esempio nell’Unione Europea si utilizza la formula euro per grammo. Di conseguenza quando il dollaro si svaluta il prezzo dell’oro tende a salire, anche per via degli effetti che questa tendenza ha sui mercati finanziari. Al contrario, quando la valuta statunitense si rafforza, la quotazione del metallo giallo tende a scendere.
Per tutti questi motivi è necessario seguire attentamente l’andamento del golden fixing in Borsa quando si vuole investire in questo bene rifugio. Al tempo stesso si devono mettere a punto alcuni accorgimenti per ottenere un buon guadagno da queste operazioni commerciali. Innanzitutto si deve acquistare oro da investimento quando la quotazione del metallo è bassa. Quindi è necessario attendere che il prezzo risalga per rivendere l’oro. In particolare è importante non farsi contagiare dalla frenesia dei mercati, acquistando quando il golden fixing sta salendo a ritmi sostenuti.
In secondo luogo è bene tenere a mente che l’oro è un investimento a medio-lungo periodo: se si opta per questa soluzione, non bisogna aspettarsi di poterlo rivendere in tempi brevi ottenendo un buon guadagno. Infatti questo bene rifugio si caratterizza per una buona tenuta a lungo termine e per una grande volatilità nel breve periodo. Proprio per il fatto che il golden fixing viene determinato due volte al giorno in base a un così grande numero di fattori è facile che il valore dell’oro salga oppure scenda di alcuni centesimi nel corso della stessa giornata. Si tratta comunque di variazioni minime, che non consentono di ottenere guadagni sufficienti a rendere conveniente l’investimento. Di conseguenza è necessario attendere due o tre anni, il tempo sufficiente perché il prezzo dell’oro aumenti di decine oppure addirittura centinaia di dollari all’oncia. Infatti nei momenti di peggiore crisi economica il golden fixing superava i 1.300 dollari all’oncia.
Quando si effettua questo tipo di investimento bisogna tenere a mente che l’oro da investimento è esclusivamente metallo a 24 carati. Si tratta di soluzioni molto diverse dai classici gioielli e oggetti di oreficeria, che invece sono in lega 18 carati. Di conseguenza è necessario rivolgersi a un operatore professionale in oro, le uniche figure autorizzate per legge a trattare il metallo da investimento. Questo si trova sotto forma di placchette di almeno un grammo oppure in lingotti di varie dimensioni, così da poter soddisfare tutte le richieste degli investitori. In alternativa si può optare per le monete preziose assimiliate all’oro da investimento: l’elenco è stilato e aggiornato ogni anno dalla Commissione Europea. Per sapere quali sono gli esercizi ai quali potersi rivolgere è sufficiente controllare l’apposita lista sul sito della Banca d’Italia, l’ente demandato al conferimento di questa qualifica. Nella maggior parte dei casi si tratta di banco metalli e tutti gli operatori devono garantire particolari requisiti di onorabilità del personale e dei membri, sicurezza finanziaria e trasparenza.
Oro puro sai come riconoscerlo e come si utilizza
L’oro è da sempre uno dei metalli più apprezzati e oggetto di fiorenti commerci a livello mondiale. Infatti possiede un valore intrinseco che non diminuisce con il passare del tempo. Per riconoscere l’autenticità del metallo esistono alcuni semplici test che si possono mettere in atto senza problemi, dato che il materiale ha alcune caratteristiche tipiche. Per avere la certezza assoluta della purezza del metallo si utilizza una pietra di paragone, nera, ruvida e di materiale ceramico, da acquistare nei negozi specializzati nelle attrezzature per orafi. Bisogna semplicemente sfregarla sull’oggetto d’oro, così che compaia sulla zona dello sfregamento una striscia giallo scuro. Su questa vanno fatte cadere alcune gocce di un prodotto reagente composto in gran parte da acido nitrico, così da ottenere una particolare reazione chimica che certifica la purezza dell’oro. Invece una tecnica casalinga si basa sull’impiego di una calamita da avvicinare all’oggetto d’oro. Infatti allo stato naturale il metallo non è magnetico e quindi non deve rimanere attaccato alla calamita. Infine bisogna tenere a mente che il metallo giallo ha un peso specifico poco rilevante: di conseguenza risulta molto leggero nonostante le dimensioni apparenti degli oggetti che forma. Per questo motivo è bene valutare con attenzione il peso di un oggetto o di un lingotto per valutarne la purezza.
Il pregio del metallo è stato determinato fin dall’antichità per le sue caratteristiche fisiche, che lo rendono adatto a un gran numero di destinazioni d’uso. L’oro puro è molto apprezzato nel settore della medicina e in quello dell’eletronica perché è inattaccabile dagli acidi, dai reagenti chimici e dall’aria. Ad esempio in odontoiatria serve per creare capsule e otturazioni, mentre in medicina viene usato per alcune diagnosi sotto forma di nanoparticelle all’interno di un liquido. Inoltre è il materiale più duttile e malleabile, tanto da poter essere lavorato in lamine quasi trasparenti. Non si ossida e risulta un ottimo conduttore elettrico, quindi si può impiegare in microelettronica. Infine nel campo dell’industria aerospaziale si sfrutta la sua capacità di riflettere la luce infrarossa per realizzare schermi riflettenti.
L’oro si caratterizza per avere il suo più largo impiego in gioielleria e in oreficeria. Il metallo 24 carati ha un valore unico in tutto il mondo, che viene applicato da tutti i mercati che trattano questo metallo. Invece, per quanto riguarda l’oro usato per produrre oggetti di oreficeria e gioielli, si impiegano leghe. Infatti, a causa della sua grande duttilità, è necessario aggiungere all’oro metalli leganti: nella maggior parte dei casi si impiega il metallo 18 carati, formato dal 75% di oro e per la parte restanti di altri materiali. Questi ne determinano anche il colore e il modo con cui sono indicati commercialmente.
Quando si decide di alienare il proprio oro vecchio è fondamentale comparare tra loro i prezzi proposti dai vari negozi di compro oro. Infatti l’oro quotazione è sempre differente in quanto ogni esercizio commerciale fissa autonomamente il valore di riferimento. Il prezzo può essere inferiore del 30-35% del golden fixing determinato per il metallo puro dalla Borsa di Londra. Per poter ottenere la migliore quotazione oro bisogna innanzitutto considerare quale sia la caratura del metallo. Nel caso dei gioielli si usa una lente di ingrandimento per controllare il timbro del costruttore e il titolo. Il marchio è composto dalla sigla di una città e una serie di numeri. In genere sull’oro falso viene impresso soltanto il titolo perché si ottiene il punzone dopo l’iscrizione all’apposito albo degli orafi.
Successivamente è bene pesare gli oggetti d’oro e i gioielli da vendere presso un compro oro per avere un’idea del valore del proprio oro vecchio. Bisogna fare attenzione ai monili che hanno delle pietre incastonate perché in genere i negozi non accettano le gemme. In questo caso ci si deve rivolgere a un esercizio commerciale specializzato nella compravendita di gioielli e di gemme. Infine si comparano tra loro le varie proposte dei diversi negozi, facendo attenzione ai servizi offerti alla clientela, come ad esempio il servizio Blocca prezzo.
Monete da investimento, conosci la famosa sterlina inglese?
Durante i secoli sono sempre state coniate monete d’oro. Al giorno d’oggi alcuni esemplari con caratteristiche particolari sono assimilate all’oro da investimento, cioè sono esenti da Iva: è necessario che i pezzi abbiano una purezza minima di 900 millesimi, abbiano avuto corso legale nel Paese in cui sono stati coniati oppure che ce l’abbiano ancora. Inoltre le monete devono essere state coniate dopo il 1800 ed essere comprese nell’apposito elenco stilato dalla Commissione della Comunità europea. Si tratta di ottimi beni rifugio, tutelati rispetto all’inflazione, non congelabili come accade con i beni cartacei, non influenzabili direttamente dalle politiche economiche dei vari Stati e dotati di un’alta liquidità. Al tempo stesso sono ottimi “diversificatori” dal punto di vista degli investimenti, perché hanno una correlazione davvero limitata con l’andamento delle obbligazioni e delle azioni borsistiche.
La valutazione di queste monete è legato sia al loro apprezzamento che dal loro valore intrinseco: tra gli esemplari maggiormente valutati c’è la sterlina inglese d’oro, il cui nome in origine era Gold Sovereign, cioè Sovrana d’Oro. Questo fatto è dovuto all’effige dei vari sovrani inglesi impressi sulla faccia delle monete. Si tratta di uno dei migliori modi per investire in maniera sicura e conveniente in oro fisico. La sterlina inglese è stata emessa per la prima volta nel 1489 in Inghilterra per ordine del primo re della dinastia Tudor, Enrico VII nel lontano 1489. Rappresentava il re assiso sul trono sulla facciata anteriore, mentre sul retro era impresso lo stemma reale, cioè la rosa Tudor. All’epoca queste monete erano coniate con oro al 96% (metallo 23 carati) e avevano un peso di mezza oncia, pari a 240 grani oppure a 15,6 grammi. Successivamente il figlio, il famoso Enrico VIII, ordinò che le sovrane fossero coniate in oro al 92%, cioè in metallo 22 carati: da allora questo valore divenne il crown gold, lo standard di riferimento per tutte le monete d’oro sia all’interno del Regno Unito che nel territorio degli Stati Uniti.
Nel corso degli anni il peso della sovrana venne ripetutamente abbassato e nel 1604 fu interrotta la coniazione di queste monete, sostituite dalle Unite e poi dalle famose Ghinee. Nel 1816 la legge del Great Recoinage sancì il ritorno delle sterline inglesi d’oro, ma pose il limite di 113 grani come quantità massima di metallo pregiato contenuto (7,3224 grammi). La prima versione fu coniata nel 1817 e le monete presentavano sul retro l’immagine di San Giorgio che uccide il drago; l’incisione fu opera di Benedetto Pistrucci. Successivamente, con le sovrane Guglielmo IV, Giorgio V, Vittoria ed Elisabetta II, furono adattati altri rovesci. In quegli anni, assieme alle sterline d’oro furono coniate anche le doppie sovrane (esemplari da 2 sterline), le mezze sovrane (da 10 shilling) e le quintuple sovrane da 5 sterline; tuttavia sole le mezze sovrane e le sterline vere e proprie circolavano normalmente. Oltre alla sovrana, la Royal Mint coniò anche la moneta da 10 shilling (mezza sovrana), quella da 2 sterline (doppia sovrana) e quelle da 5 sterline (quintupla sovrana). Solo la sovrana e la mezza sovrana erano normalmente coniate per la circolazione. Infatti le altre monete avevano una produzione decisamente più limitata in modo da contrastare fenomeni di tosatura dei pezzi: falsari e ladri tendevano a limare il bordo degli esemplari per ottenere polvere d’oro. In alternativa si usava praticare dei fori microscopici da nascondere alla vista attraverso la martellatura oppure intervenire chimicamente. In ogni caso per i malviventi era più facile ottenere l’oro in maniera fraudolenta dalle monete più grandi con minori rischi di essere scoperti.
Durante l’età vittoriana la Banca d’Inghilterra decise di ritirare a intervalli ripetuti nel tempo le sovrane e le mezze sovrane rovinate: in questo modo i pezzi usurati venivano fusi per il conio di altre emissioni. In genere una moneta poteva circolare per circa 15 anni prima che l’usura provocasse alterazioni di peso tali da far scendere il valore sotto il valore legale dell’esemplare. Nel 1891, inoltre, si decise di dichiarare fuori corso tutte le monete coniate prima del 1837. Fino alla Prima Guerra Mondiale le sterline furono emesse in grandi quantità, tuttavia nel 1918 il Regno Unito uscì dal gold standard: questa decisione ebbe come conseguenza il fatto che solo le sedi di Melbourne, Perth, Pretoria, Sydney, Ottawa e Bombay poterono battere regolarmente le sterline in oro. Nel 1932 la produzione venne interrotta per evitare che circolassero monete contraffatte, dato il notevole valore di questi pezzi. L’emissione delle sovrane riprese nel 1957.
Fino al 1982 la sterlina è stata considerata come una moneta-lingotto e veniva ampiamente utilizzata per sostenere nel Medio Oriente la politica estera del Regno Unito. Di conseguenza era ritenuto basilare che le sovrane continuassero a mantenere i loro alti standard. Dal 1982 al 1999 sono stati battuti soltanto esemplari con il fondo a specchio, tuttavia dall’anno successivo è ripresa l’emissione regolare. Al giorno d’oggio le procedure di conio avvengono in Galles, per la precisione a Pontyclun, nella Royal Mint, la Zecca Reale inglese, di Mid-Glamorgan. Il metallo usato viene custodito in una zona separata della zecca; a sua volta la protezione dell’edificio è affidata alla polizia del Ministero della Difesa.
La sterlina d’oro ha l’aspetto di una piccola moneta del peso di 7,9881 grammi e dallo spessore di 1,52 mm; il diametro è di 22,05 mm, mentre il metallo usato è di 22 carati. Queste monete si caratterizzano per l’estrema cura per i dettagli, in quanto si tratta di esemplari ben valutati. La quotazione dipende sia dalla quantità di metallo pregiato contenuta che dalla domanda degli investitori. Da un lato si deve valutare la quotazione attuale dell’oro e dall’altro quanto è apprezzata la sterlina: di conseguenza il valore delle sterline d’oro aumenta quando il prezzo del metallo aureo sale ed è questo il momento in cui diventa conveniente vendere i propri pezzi per ottenere un buon guadagno. Quando si investe in oro fisico sotto forma di monete bisogna tenere a mente che il valore delle monete non è numismatico: questo aspetto viene valutato soltanto quando si ha a che fare con gli esemplari da collezionismo. Al tempo stesso si sottolinea il fatto che esistono soltanto pochissime sterline dal valore numismatico, proprio per la decisione della Banca d’Inghilterra di ritirare progressivamente le sovrane d’oro coniate nei decenni precedenti.
Per determinare il prezzo di una sterlina bisogna considerare il fixing, stabilito due volte al giorno dalla London Bullion Market Association e applicato a tutti i mercati aurei. In secondo luogo si distingue tra esemplari di nuovo conio oppure di vecchio conio: nel primo caso riproducono come effige l’immagine di Elisabetta II. Nel secondo le monete sono state emesse prima del 1957 e possono avere sulla facciata re Giorgio V, Edoardo VII oppure la regina Vittoria. Molto importante è anche lo stato di conservazione della moneta: infatti graffi e ammaccature possono diminuire la quantità di metallo pregiato contenuta e quindi far scendere il valore dell’esemplare. Durante le transazioni commerciali si impiega una scala che va da FDC(fior di conio) a B (bello) per descrivere l’aspetto dei pezzi da valutare.
Tra le sterline d’oro assimilate all’oro da investimento più rare si trovano le Guglielmo IV e le Vittoria: infatti sono state emesse rispettivamente dal 1830 al 1837 e dal 1837 al 1901. Durante il regno della regina Vittoria furono emanate diverse versioni: ad esempio il retro poteva adottare lo stemma reale nei primi anni e San Giorgio dal 1871; invece sulla facciata era riprodotto a partire dal 1887 il busto della regina coronata e dal 1893 quello della regina velata. Le monete del regno di Edoardo VII furono emesse fino al 1910 e riproducono anch’esse la testa del sovrano sulla facciata e San Giorgio sul retro; invece le sterline Giorgio V hanno la testa del re sul diritto per i pezzi coniati dal 1910 al 1928 e un’immagine più piccola sempre sulla facciata a partire dal 1928 fino al 1936. Mentre non esistono monete d’oro Giorgio V, sono state emesse numerose versioni di sovrane durante il lungo regno di Elisabetta II: le prime emissioni vedono la testa con fiocco sul diritto della moneta sostituita dal 1974 da una sua testa giovane coronata. Dal 1985 sono apparsi pezzi che riproducono sulla facciata l’immagine coronata dell’anziana sovrana.
Conosci i segreti per vendere al meglio tuoi preziosi usati
L’oro è un bene rifugio il cui valore rimane stabile nel lungo periodo e molto spesso si caratterizza per notevoli incrementi; al tempo stesso il prezzo è nel breve periodo in continuo mutamento. Infatti questo metallo è quotato in Borsa e la sua valutazione viene effettuata due volte al giorno (alle 10:30 e alle 15:00 ora locale) dalla Banca di Londra quando domanda e offerta si equivalgono. Di conseguenza non è affatto raro che il valore del metallo giallo aumenti oppure diminuisca anche di alcuni centesimi nel corso della stessa giornata.
Le modalità con cui si determina il fixing dell’oro (cioè il suo valore in Borsa) sono cambiate nel corso del tempo: infatti l’istituto finanziario londinese è deputato a questo compito fin dal 1919. All’inizio erano i cinque più grandi mercanti del settore dell’oro a livello mondiale a fissarne il prezzo: si trattava del cosiddetto Club of Five, che comprendeva tra le altre la Societe General di Parigi, la Banca Macatta di Scozia e la Deutschen Bank. Dall’agosto 2014 invece è il London Bullion Market, cioè il vero mercato aureo di Londra, a determinare il fixing quando offerta e domanda si incontrano. Inoltre bisogna tenere a mente che il valore del metallo giallo è influenzato da un gran numero di fattori, ad esempio la produzione, le aspettative degli investitori e la situazione geopolitica internazionale. Infatti, proprio per il fatto di essere un bene rifugio, l’oro viene maggiormente apprezzato quando i prodotti finanziari e obbligazionari sono in recessione e in situazioni di incertezza valutaria.
Bisogna tenere a mente che il valore dell’oro fissato dalla Borsa di Londra si riferisce al metallo puro, che non viene utilizzato per la realizzazione di gioielli e oggetti di oreficeria, ma per lingotti e monete auree. Per i monili e gli oggetti preziosi si impiegano leghe, quindi esiste una differenza di quotazione tra l’oro puro e quello usato. In genere la sproporzione si aggira sul 30-35% proprio per il fatto che la lega più diffusa (il cosiddetto oro 18 carati) ha un contenuto di metallo giallo del 75%, mentre la parte restante è rappresentata da materiali leganti che rendono più resistente il prodotto finale. Bisogna comunque ricordare, quando si vende il proprio oro usato che ogni esercizio commerciale applica un prezzo diverso a seconda del guadagno che intende realizzare, fermo restando i costi fissi di gestione dell’attività, del deposito degli oggetti preziosi e della loro successiva fusione. Per ottenere la valutazione migliore è quindi necessario comparare le diverse offerte: basta semplicemente visionare i siti web dei diversi negozi.
Proprio per il fatto che questo settore è estremamente variegato si consiglia di rivolgersi a un compro oro affiliato a un brand conosciuto per qualunque tipo di transazione si intenda effettuare. In questo modo si hanno maggiori garanzie di sicurezza per la buona riuscita dell’operazione. Un altro accorgimento per proteggersi da eventuali spiacevoli sorprese è effettuare la vendita presso un operatore professionale in oro: si tratta di realtà commerciali sotto forma di società che devono rispettare requisiti molto stringenti per ottenere questa qualifica. Ad esempio devono avere un rilevante capitale sociale e i soci, i dipendenti e gli operatori devono offrire le stesse garanzie di onestà e professionalità di coloro che lavorano nel settore bancario. A fronte di migliaia di compro oro presenti su tutto il territorio italiano solo quattrocento possono vantare la denominazione operatori professionali nel settore dell’oro. Per sapere quali sono è sufficiente consultare l’apposito albo in cui sono registrati sul sito della Banca d’Italia. Nell’elenco sono iscritti anche i banco metalli, esercizi commerciali che possono effettuare qualunque transazione riguardante il metallo giallo: di conseguenza è possibile rivolgersi a una di queste società se si vuole effettuare un valido investimento. Ad esempio si possono acquistare lingotti oppure monete d’oro per mettere al sicuro il proprio patrimonio dalle fluttuazioni borsistiche e valutarie. Tra l’altro bisogna ricordare come le transazioni commerciali in oro siano esenti dal pagamento dell’IVA.
Sterlina Inglese, qual’è il suo valore
L’oro è il bene rifugio per eccellenza e tra le forme di investimento più convenienti e sicure ci sono le monete e i lingotti: in particolare le prime rappresentano un settore di notevole interesse, anche dal punto di vista numismatico. Tuttavia è bene tenere a mente che a differenza dei lingotti le monete d’oro hanno un valore diverso a seconda della tipologia alla quale appartengono: ad esempio sono molte apprezzati il marengo, l’american eagle, il kruggerand e ovviamente la sterlina inglese. Il loro valore dipende da due fattori, quello legato alla quantità di oro contenuta nel singolo esemplare (perciò determinato a sua volta dalla quotazione del metallo aureo sulla Borsa di Londra) e al valore storico del pezzo; in ogni caso questa moneta è una delle più apprezzate e richieste in quanto rappresenta uno dei modi migliori per investire nel settore dell’oro.
Nata con il nome di Gold Sovereign e quindi detta comunemente Sovrana, la sterlina d’oro ha una lunghissima storia, tanto da poter essere considerata tra le monete più antiche ancora in corso: la sua prima emissione risale al 1489, quando re Enrico VII ne decretò la nascita. I pezzi avevano il valore nominale di 20 shilling, equivalenti appunto a una sterlina, tuttavia si caratterizzano per il fatto che il loro valore effettivo non era indicato. Il nome sovereign derivava dal fatto che la moneta recava impresso un maestoso ritratto del sovrano: infatti la sterlina d’oro è stata tra le prime monete a rappresentare il re assiso in trono e presentato di faccia. Il rovescio dei pezzi era dedicato alla riproduzione dello stemma reale in cui campeggiava il simbolo della casa dei Tudor, la rosa. All’epoca la percentuale di oro presente nelle sterline era del 96%: il metallo quindi era a 23 carati e ogni pezzo aveva un peso di mezza oncia troy, corrispondente a 240 grani e a 15,6 grammi attuali. Il figlio e successore di Enrico VII, il famoso Enrico VIII, decretò la riduzione del titolo del metallo usato al 92% (22 carati ), che da allora è diventato e rimane ancora oggi il crown gold, cioè lo standard applicato nella coniazione di monete d’oro nel Regno Unito. Questo valore è stato poi assunto anche negli Stati Uniti.
Dal 1604 fu deciso di interrompere la coniazione della sterlina d’oro e di sostituire questa moneta con la Unite e successivamente con altre valute, ad esempio il Laurel e la famosa Ghinea. Soltanto nel 1817 si riprese nuovamente il conio della sovrana, anche se ovviamente il rovescio non poteva più essere lo stemma dei Tudor: la nuova immagine fu disegnata da Benedetto Pistrucci e rappresentava uno dei temi nazionali della Gran Bretagna, San Giorgio che uccide il drago. Questo rovescio viene ancora adottato nelle sterline d’oro che vengono emesse al giorno d’oggi, tuttavia nel corso del tempo furono adottate altre immagini, ad esempio durante il regno dei re Guglielmo IV e Giorgio IV e delle regine Vittoria ed Elisabetta II. L’anno prima della ripresa della produzione delle sovrane (1816) fu emanata la legge del Great Recoinage, che voleva impedire il ripetersi di un comportamento diffuso in passato, quello di ridurre progressivamente il contenuto d’oro della moneta. Con questa norma la percentuale di oro presente fu fissata a 113 grani, cioè a 0,235421 oncia troy e a 7,3224 grammi: si tratta del titolo seguito ancora oggi. L’emissione delle sovrane fu affidata alla Royal Mint insieme a quella delle mezze sovrane (le monete da 10 shilling),delle quintuple sovrane (da 5 sterline) e delle doppie sovrane (da 2 sterline); tuttavia le ultime due valute erano coniate solo in circostanze speciali, mentre le altre venivano emesse e circolavano normalmente.
Nel 1891 fu decretato che le sterline d’oro e le mezze sovrane usurate e quindi sotto peso fossero ritirate dalla circolazione da parte della Banca d’Inghilterra e sostituite con nuovi pezzi; al tempo stesso si dichiararono fuori corso gli esemplari coniati prima del 1837. In questo modo nel 1892 furono emesse 13.680.486 nuove mezze sovrane e nel 1900 altre 10.846.741 sterline d’oro. Con il tempo durante tutto il periodo vittoriano si assistette al consolidamento di questa pratica e perciò bisogna tenere a mente che, nonostante siano stati emessi circa un miliardo di pezzi, ovviamente questo non è il numero delle monete in circolazione: moltissimi esemplari sono stati infatti coniati, ritirati dal mercato, fusi e riconiati più volte. In genere dopo 15 anni una moneta si usurava al punto che il suo peso non consentiva più di coprire il suo valore legale; inoltre la moneta più diffusa nella Gran Bretagna vittoriana come valuta in circolazione era la mezza sovrana, dato che le sterline d’oro venivano spesso depositate nei caveau delle banche. Di tutta la produzione di sterline d’oro solo l’1% dei pezzi è ancora di condizioni tali da avere ancora corso legale e quindi essere collezionabile.
Durante l’Ottocento si preferì impiegare i coni di dritto delle sterline per l’emissione del farthing, nel caso che risultassero troppo usurati. Si continuò a battere le sterline d’oro in grandi quantità fino al 1917: nel corso della Grande Guerra, infatti, il Regno Unito decreto l’uscita dal gold standard in modo ufficiale: di conseguenza la produzione delle sovrane riguardò fino al 1932 solo le sedi della Royal Mint a Ottawa, Melbourne, Pretoria, Bombay, Perth e Sydney; fecero eccezione solo alcune sovrane emesse a Londra nel 1925, quando Winston Churchill tentò inutilmente di tornare al gold standard. Nel 1932 si ebbe a Pretoria l’ultima emissione regolare di sovrane; da quel momento fino al 1957 si decise di sospendere la produzione di sterline d’oro, anche per evitare che monete contraffatte venissero realizzate in Siria ed Italia. Infatti questa valuta era molto apprezzata all’estero e veniva ampiamente usata in Medio Oriente per supportare gli interessi della politica britannica nell’area attraverso finanziamenti e pagamento di servizi vari. Di conseguenza era fondamentale che la sterlina mantenesse un notevole valore. Una volta che la politica britannica fu costretta a ridimensionare i propri obiettivi, anche a seguito della nazionalizzazione del Canale di Suez, fu ripresa la produzione della sterlina d’oro, che continuò a essere fino al 1982 una moneta-lingotto, mentre da quell’anno e fino al 1999 si ebbe l’emissione di semplici pezzi con fondo a specchio; soltanto a partire dal 2000 si tornò agli standard precedenti. Al giorno d’oggi il conio delle sovrane avviene in Galles, nella sede di Pontyclum della Royal Mint, a Mid-Glamorgan: si impiega nel procedimento l’oro depositato in una sezione separata della zecca, sorvegliata dalle forze di polizia che fanno a capo al Ministero della Difesa. Per evitare contraffazioni all’interno della zecca è stato proibito agli impiegati di impiegare monete metalliche di qualunque tipologia.
Il nuovo conio si distingue dalle antiche sovrane per il fatto di avere uno spessore, un peso, un titolo e un diametro diversi: nel primo caso si parla di monete da investimento, il cui valore è legato solo alla percentuale di oro presente nell’esemplare, mentre nel secondo si tratta di pezzi da collezionismo con una notevole rilevanza storica. Infatti le sovrane attuali (emesse negli ultimi due secoli) sono monete molto diffuse e perciò non hanno un grande pregio dal punto di vista numismatico: il loro prezzo è determinato solo dal titolo e dal peso. Le sterline d’oro da investimento pesano 7,9881 grammi, hanno un diametro di 22,05 millimetri e uno spessore di 1,52 millimetri: il loro titolo, invece, è di 22 carati. Si parla quindi di tutti gli esemplari coniati a partire dal 1817. I parametri di riferimento vengono esaminati e controllati con grande attenzione in modo da evitare di trattare monete contraffatte durante le operazioni di compravendita. Al tempo stesso è necessario far valutare da esperti le proprie sterline d’oro, così da determinare se si tratta effettivamente di pezzi originali. La valutazione consente anche di attribuire il pezzo dal nuovo oppure al vecchio conio in base alla sua data di emissione: si tratta di un fattore fondamentale per fissare il valore delle sterline in quanto si hanno parametri differenti. Ad esempio una moneta del vecchio conio, cioè prodotta negli anni precedenti al 1957, ha un valore inferiore rispetto a un esemplare del nuovo conio, che è stato emesso in un periodo successivo. Il valore delle sterline viene fissato in base alla quotazione attuale dell’oro, il cui fixing è determinato due volte al giorno dalla Bullion Market Association. Di conseguenza, una volta che si conosce il titolo del metallo, è necessario moltiplicarne il valore per il peso della moneta.